Quei soldati italiani prigionieri di zio Sam

Quelli che dissero no, ultimo saggio di Arrigo Petacco, è il racconto della cosiddetta “altra Resistenza”, ovvero delle vicissitudini di quei soldati italiani che durante la seconda guerra mondiale vennero catturati dagli alleati e che, dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, scelsero, per coerenza militare o per credo politico, di non collaborare con i loro detentori. Dell’esperienza di questi uomini sono rimaste poche tracce: anche se le loro fila annoverarono intellettuali come Alberto Burri e Giuseppe Berto, furono molti quelli che, dopo il rientro in Italia, scelsero l’oblio. Il clima politico del dopoguerra, infatti, non era certo favorevole ad accogliere questi soldati, anche se tra loro non vi erano solo fascisti irriducibili, ma soprattutto uomini che, lontani dalla patria fin dall’inizio delle ostilità, non erano riusciti a capire le ragioni dell’armistizio ed un così repentino cambio di alleanze. Raccogliendo le testimonianze di alcuni di loro, Petacco ha dato alle stampe un lavoro sicuramente originale e ricco di aneddoti, che contribuisce a far comprendere come nessuno dei due schieramenti in campo detenesse per sé il monopolio del bene o del male. A guerra finita, ad esempio, non tutti i prigionieri degli alleati vennero immediatamente rilasciati e in molti vennero trattenuti, per ragioni soprattutto economiche, addirittura fino al 1947: i soldati catturati costituivano infatti una preziosa forza lavoro totalmente gratuita, di cui persino gli americani, che si consideravano i “campioni” della democrazia, furono riluttanti a liberarsi.

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