Quei bambini a metà figli della ’ndrangheta

Storie di minorenni affiliati alla ‘ndrangheta si affiancano alle voci di collaboratori di giustizia che rivelano riti di affiliazione e violenze. La direzione antimafia di Reggio Calabria snocciola dati inquietanti, in cui emerge come i giovanissimi siano il presente e il futuro della ‘ndrangheta. Un libro che pone l’accento sulla condizione dei minori, figli di famiglie ’ndranghetiste cresciuti schiavi. Con stile secco e drammatico l’autrice rievoca storie di sopraffazione e di redenzione tra guerre di mafia e omertà. In un ambiente dove imperano sete di vendetta e di dominio, lo stato d’allerta rimane elevato anche verso i figli di ‘ndranghetisti che hanno studiato e non usano armi ma penne. Da una parte un sistema criminale che disconosce il mondo interiore. Dall’altra la proposta educativa di una infiltrazione culturale che preveda l’allontanamento dalla famiglia. Come per Libero e Aurora, che hanno colto l’opportunità del cambiamento. Non manca l’analisi di don Luigi Ciotti su scuola e affettività: i più grandi nemici di ogni mafia.

Angela Iantosca, Bambini a metà. I figli della ‘ndranghetaPerrone editore, Roma 2015, pp. 240, 15 euro

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