Inquietante, struggente e tragico.È uno strano mix quello che sorregge questo romanzo, unito a una buona dose di ironia: si ride, o meglio si sorride, pensando però sempre al peggio in quest’opera sulla famiglia, sui terribili poteri del fato e sulle stranezze del mondo postmoderno in cui viviamo. Arthur Friedland è un’aspirante scrittore disoccupato che un giorno decide di portare i tre figli a una performance di un maestro dell’ipnosi. Scettico di natura, Arthur subisce però il fascino del grande Lindemann e ipnotizzato racconta al pubblico tutti i suoi segreti più reconditi: poi il giorno seguente abbandona la famiglia, dopo aver svuotato il conto in banca. I ragazzi tarderanno a incontrare la stabilità, col timido Martin che diverrà sacerdote, Eric consulente finanziario di successo e Ivan pittore. Tutto sembra volgere per il meglio, quando la crisi finanziaria distrugge le certezze della famiglia. Kehlmann ci prende per mano e ci racconta quattro storie di personaggi che hanno saputo alla fine crearsi una esistenza quasi normale, distrutta poi dalla crisi.
Daniel Kehlmann, I fratelli FriedlandFeltrinelli Editore, Milano 2015, pp. 270, 17 euro
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