La crisi di una coppia al ventunesimo anno di matrimonio, tra nonni orgogliosi, un padre immaturo e due figli adolescenti esperti, loro sì, di WhatsApp. Poi amiche e amici, colleghe e colleghi che irrompono nell’unità familiare. Con il suo terzo romanzo, divertito, divertente ma anche amaro, Carla Signoris, moglie del comico Maurizio Crozza, compone una pièce comica in prima persona a due voci: quella della moglie tradita, o presunta tale, e quella del figlio della coppia. La vicenda tratta il tema dell’adulterio in stile volutamente colloquiale con un linguaggio diretto e scorrevole. Gli universi maschile e femminile sono a confronto, narrati con toni lievi, spiritosi, a tratti poetici. La storia di Carlo e Anna, tra visite dall’analista, crisi di nervi e scoramenti, arriva faticosamente al lieto fine. Filtrato dalla lente dissacrante con cui un attore guarda il mondo tutto si ricompone se c’è amore. Perchè Penelope non è più disposta ad aspettare il suo uomo in giro a distrarsi tra maghe e sirene: alla fine lo perdona, ma, almeno, si arrabbia.
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Carla Signoris, E Penelope si arrabbiò, Rizzoli, Milano 2014, pp. 138, 15 ero
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