Quando la musica è amore: i baci nella canzone italiana

Una volta si usavano tre parole per far le rime più facili e dirette ed erano: sole, cuore, amore, come cantava Valeria Rossi nei suoi scanzonati esordi. Niente di più semplice che evocare questi inizi per segnalare l’uscita, già da un paio di mesi e più – era imminente il Festival di Sanremo, vinto poi da Gabbani con il tormentone della “scimmia nuda che balla”– di un gustoso libretto di Ranieri Polese, inviato del «Corriere della Sera». Con Per un bacio d’amor. I baci nella canzone italiana, Polese pennella un affresco della società italiana da fine ottocento a oggi, rammaricandosi che i baci siano scomparsi dall’orizzonte canoro di una nazione che aveva riempito d’oro e d’affetto le ugole del passato. Un po’ meno quelle del presente. Ma qui tutt’altre sono le ragioni che non evitano l’immersione nel libretto.

Ranieri Polese - Per un bacio d’amor. I baci nella canzone italiana - Archinto, Milano 2017, pp. 130, 14 euro

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