“Prove di scrittura” di Vladimr Nabokov

Nel corso della ripubblicazione delle opere di quel genio che fu Vladimir Nabokov, autore di capolavori come Lolita, l’editore Adelphi presenta ora un racconto giovanile dello scrittore russo composto a tamburo battente prima della sua partenza per gli Stati Uniti nel corso dell’autunno del 1939 in una Francia da poco ripiombata nel turbine della guerra e in seguito a lungo dimenticato. Con il futuro capolavoro, opera della piena maturità, questo scritto sotto punti di vista ancora assai acerbo ha parecchi punti di contatto. In particolare la figura del vecchio satiro ammaliato dalla giovane ragazzina per cui ha una insana e morbosa attrazione, il suo piano di circuire la madre in modo da poterne così guadagnare la fiducia e poter arrivare al suo obiettivo recondito, ovvero sedurre la giovane preda. Ma sbaglieremmo nel ritenere L’incantatore nulla più di una precoce manifestazione di Lolita destinato alfine a soppiantarlo grazie anche alla riuscita riduzione cinematografica con attori del carico di James Mason e Peter Sellers. Nella realtà ci troviamo di fronte, come ben indicato nella bella postfazione di Dmitri Nabokov, ad un lavoro compiuto con una sua dignità in cui Nabokov affronta la perversione del protagonista che si vede precipitare nel precipizio della perdizione in cui perde ogni freno inibitorio e suo malgrado si vede risucchiato in un vortice infernale da cui non riesce più ad uscire fino alla tragica conclusione finale. Una lenta discesa verso gli inferi, verso la follia, che viene ricostruita attraverso la mente sempre più contorta del protagonista e che ne fa ad oltre sessanta anni di distanza un’opera ancora viva e vitale.

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VLADIMIR NABOKOV, L’incantatore, Adelphi Edizioni, Milano 2011, pp. 116, 14 euro

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