Nella vita (sospesa) del Conte Inverardi

Un romanzo da cui non è facile staccarsi: è una storia ambientata in un tempo sospeso, ovvero in un’epoca attuale ma per certi aspetti quasi inesistente, quella che viene ritratta dall’autore de Il testamento del Conte Inverardi, ovvero Luigi Valloncini Landi. Che si è descritto, o meglio ha romanzato «un mondo che conosce bene, ma non gli appartiene», che è quello della nobiltà, dei ricevimenti, delle cacce a cavallo e dei grandi palazzi con saloni immensi e cui sono appesi ritratti di famiglia. Luigi Valloncini è figlio di una cuoca che lavora nella secolare villa Mandolossa, in cui da generazioni vive la famiglia dei conti Inverardi: il piccolo ha potuto studiare grazie all’interessamento del conte Gilberto, ed è diventato il medico di un’area circoscritta di Mondo. Che ruota tra le avventure, gli incroci e le storie di vita di nobili e contadini di Villa Mandolossa e dintorni, per un romanzo che porta direttamente nelle pieghe delle esistenze dei protagonisti e confonde, nello sforzo di riconoscere il vero dalla finzione. L’unica è lasciarsi trasportare, di pagina in pagina.

Luigi Valloncini LandiIl testamento del Conte InverardiSalani Editore, Milano 2016, pp. 652, 18,60 euro

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