Mali e mandanti di un Meridione da soccorrere

Torna la coppia Stella-Rizzo con un nuovo libro inchiesta, Se Muore il Sud, che denuncia lo stato di degrado del Meridionee le responsabilità della sua classe dirigente, ma anche di quella del Nord. La metafora utilizzata per descrivere la situazione è la nave Concordia: «Il Sud - ha spiegato Gianantonio Stella alla presentazione milanese del libro - è come la nave Concordia. Da una parte c’è Schettino che è un napoletano, ma dall’altra c’è un altro napoletano, il comandante Giorgio De Falco, quello che gridò «Torni a bordo cazzo!». Ecco, la speranza è che si imponga quest’ultimo Sud perché una cosa è chiara: se muore il Meridione muore il Paese». Stella ha quindi spiegato che il libro descrive situazione «pazzesche», ma non è contro il Sud: «Certo, non è dalla parte di quel sud delle truffe, dei finanziamenti facili, delle truffe all’agricoltura e di quella classe dirigente inetta e incapace». E Ci sono però molti esempi di un Sud che sa essere all’altezza della modernità e che sa affrontare la crisi, come la storia di due giovani laureati che hanno progettato e realizzato un aereo leggero e che oltre ad assumere lavoratori sono diventati un punto di riferimento per molti ricercatori europei.«Il Sud - ha spiegato Rizzo - è stato abbandonato non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello culturale. Bisogna dare forza a quelle esperienze positive, ridare speranza

perché se muore il Sud muore l’Italia». I due giornalisti non risparmiano il Nord: «Per noi - scrivono - vale ciò che ha detto Gaetano Salvemini nel 1922: “La peggiore classe dirigente del Nord si è alleata con la peggiore classe dirigente del Sud»». Lo smaltimento dei rifiuti tossici in Campania da parte delle aziende del Nord e l’infiltrazione mafiosa nelle regioni settentrionali sono un esempio dell’attualità della frase di Salvemini.Oltre alle storie sullo spreco dei finanziamenti europei (denaro stanziato per trattorie, per macellerie, profumerie e casinò), sui corsi di formazione professionale fasulli, sulla tragedia dei roghi dei rifiuti, sull’abbandono delle bellezze come la reggia di Carditella, Rizzo e Stella forniscono una serie di dati economici impressionanti. Le famiglie povere al Sud nel 2007 erano il 5,8%, nel 2012 il 9,8%: un incremento del 70%. Nel 1951 la Sicilia produceva un ottavo del Pil italiano, oggi un diciottesimo. La classe politica è l’esempio negativo: «Il segretario generale delle Nazioni Unite ha uno stipendio di 13.823 euro lordi al mese, di contro il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianni Tomaselli, uno stipendio netto di 13.145 euro». I dati forniti sono allarmanti. Nella regione bulgara di Sofia «Tra il 2000 e il 2010 il Pil è passato dal 37 al 75%. Per fare un esempio, la Campania dal 73 al 64%». Imbarazzante il confronto con le Isole Baleari: «La Sicilia ha 1.500 chilometri di costa, le Baleari 1.430. La Sicilia ha sei siti protetti dall’Unesco e le Baleari due, eppure i pernottamenti in Sicilia nel 2012 sono stati 3,7 milioni contro i 41,2 delle Baleari. Il reddito pro-capite in Sicilia nel 2010 è stato di 17.488 euro contro i 24.672 delle Baleari». I soldi spesi dagli stranieri in Italia nel 2012 sono stati 32 miliardi di euro ma solo 4 miliardi al sud, di cui un 22° in Campania e un 145° in Calabria, che detiene il record negativo degli incassi museali: 27.046 euro in un anno. «C’è una classe dirigente responsabile di tutto questo - spiegano Rizzo e Stella -. Noi speriamo che ci sia un minimo di autocritica e non come ha fatto il presidente della Sicilia Raffaele Lombardo, che è arrivato ad accusare Omero dei mali del Sud, affermando che Ulisse è stato il primo colonialista».

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Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, Se muore il Sud, Feltrinelli editore, Milano 2013, pp. 315, 19 euro

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