Londra e l’Oriente, mondi in collisione

Se avete avuto un piacevole brivido leggendo le mirabolanti avventure di sir Edward Feathers, il protagonista di Figlio dell’Impero britannico, definito uno dei migliori romanzi in assoluto del 2007 e siete rimasti in trepidante attesa di un seguito, orbene Jane Gardam ritorna ora sugli scaffali delle librerie con un altro episodio che non fa minimamente rimpiangere il precedente. Se il primo capitolo di quella che possiamo ormai definire come una saga del “the delle cinque” ci ha mostrato la figura di Eddy Feathers ormai vecchio e ritiratosi vita privata dopo un vita di incessanti successi, qua facciamo la conoscenza del giovane leguleio a caccia di fortuna nella Hong Kong degli anni Cinquanta. Gardam ci accompagna tra i profumi dell’Oriente di un impero che sta ormai tramontando ma di cui si possono ancora assaporare gli ultimi battiti in una Hong Kong ancora coloniale, coi suoi aromi, colori, umori. Laggiù, all’altro capo del mondo dove Eddy, promettente avvocato senza futuro, cerca un improponibile riscatto circondandosi di personaggi a dir poco insospettabili quanto strambi, inizia così la sua nuova avventura, in compagnia della moglie, tra l’Estremo Oriente, la Londra degli anni Sessanta e l’isola di Malta ormai prossima all’indipendenza dove gli ultimi residenti inglesi contemplano ormai la fine, sino al ritiro a vita privata all’indomani del passaggio di Hong Kong, l’ultima perla della corona, alla Cina. Un romanzo d’ampio respiro una sorta di un inno ad una britannicità così lontana dai luoghi comuni ormai tramontata.

_________________

JANE GARDAM, L’uomo col cappello di legno, Edizioni e/o, Roma 2011, pp. 249,

18 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA