L’invito di Cazzullo: basta con i piagnistei

Il ritratto di una generazione, quella dei nati negli anni Sessanta del secolo appena trascorso, nata e cresciuta in un’Italia sicuramente più povera, più inquieta, più violenta, più inquinata e molto più maschilista. Una generazione compressa tra il terrorismo, i sequestri di persona e la nube tossica di Seveso, senza televisione a colori, senza i computer, senza i videogiochi e i cellulari. Aldo Cazzullo ci prende per mano, o meglio prende per mano i giovani, e li porta all’interno della storia della sua generazione che ha saputo assorbire i traumi, quelli dei padri e dei nonni che hanno fatto la guerra, e l’energia di un paese che marciava sicuro verso il futuro. Persone che sono cresciute con valori diversi che non hanno avuto le opportunità dell’era digitale, ma che sapevano accontentarsi di poco. Un viaggio nel passato con canzoni, film, libri e oggetti di un Italia ormai scomparsa, tra Yanez e il mago Silvan, le piste per le biglie al posto dei videogiochi e di Internet, una generazione che non si piangeva addosso, ma sapeva sognare un futuro.

_____

Aldo Cazzullo, Basta piangere! Mondadori, Milano 2013, pp. 137,14,90 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA