L’inchiesta di una reporter “reclutata” dalla jihad

Esce in questi giorni, con profetica coincidenza con i raccapriccianti fatti di cronaca dalla Libia e dalla Siria, un’inchiesta shock firmata dalla giornalista francese Anna Erelle, giovane reporter coraggiosa che per indagare i meccanismi di reclutamento dello Stato Islamico, in particolare sulle donne occidentali, si è creata un’identità fittizia e, con il nome di Mélanie, ha fatto finta di voler abbracciare la jihad. Tramite Skype conosce Bilel, un siriano che in meno di un mese la vuole in sposa: Anna parte per la Siria per raccogliere informazioni ma viene scoperta dal “fidanzato”, che emette contro di lei una fatwa. Oggi Anna vive sotto scorta e flsa identità. Il suo reportage, uscito all’indomani dai fatti di «Charlie Hebdo», è sconvolgente e la domanda da porsi è se sia giusto rischiare così tanto per il dovere di informare.

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Anna Erelle, Nella testa di una jihadista, Tre60, Milano 2015, pp. 258, 14 euro

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