Le parole di Dante nell’Italiano di oggi

La coppia è collaudata: Pier Luigi Amietta ed Adamo Calabrese. Così la formula, che è quella del Commentario dei detti e dei proverbi milanesi editi da Graphot nel 2011: esplicazione del testo ed “amplificazioni” che ne mettano in mostra le connotazioni; accompagnano e le illustrazioni ironiche e spiazzanti di Adamo Calabrese che costruiscono una storia nella storia. In questo volume si “setaccia” la nostra lingua di tutti i giorni alla ricerca delle citazioni o criptocitazioni presenti nelle Cantiche dantesche. Ad esempio: «Già nel primo Canto dell’Inferno ci imbattiamo in una frase di quelle entrate stabilmente a far parte del patrimonio espressivo moderno. “…ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi”». Cui segue l’amplificazione esplicativa: «Espressione di uso piuttosto frequente per intendere un comportamento ad alto rischio, da far paura. Che sia il “free climber” che affronta una parete a picco, il paracadutista “ad apertura ritardata” o il navigatore solitario che attraversa l’oceano su una piccola imbarcazione, le rispettive performance vengono spesso accomunate con espressioni del tipo: “È incredibile, una cosa da far tremare i polsi…”». La messe è ampia e pone l’accento sul valore portante delle tradizioni letterarie nel plasmare le comunità, che se ne sia consapevoli o meno. La parola d’altri ci costituisce, ci attraversa, ci plasma, solo a partire da questa e con un uso accentuato consapevolmente e “corporalmente” significante si riesce a dire qualcosa di proprio. In queste amplificazioni Amietta, da comunicatore, sa toccare molti registri mantenendo il suo dire sempre dinamico e “lieve”.

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