Le lettere dal fronte dei soldati di Hitler

Non è mai facile, di “pancia”, calarsi nei panni di un militare tedesco nella Seconda guerra mondiale. Soprattutto a ridosso di quell’indispensabile pugno nello stomaco qual è (e quale deve restare) il Giorno della memoria. Con negli occhi bene impressa la tragedia della Shoah, è comunque interessante fare lo sforzo di indossare alcune delle 17 milioni di divise che composero la Wehrmacht, il micidiale esercito che tenne a lungo in scacco l’Europa e il Nord Africa, per provare a capire come i soldati del Reich abbiano vissuto quella folle e insensata epopea. Seppur annacquata dalla censura imposta dal regime, la ricca antologia di lettere dal fronte curata da Marie Moutier ci consegna uno spaccato dalle mille sfumature, nel quale parallelamente alle alterne fortune belliche anche gli stati d’animo dei suoi protagonisti cambiano, mescolandosi. Euforia e disillusione, stanchezza e rassegnazione, barlumi di compassione e spietata condivisione delle brutalità: così vissero, uccisero e morirono coloro che, sotto l’esaltata ipnosi del nazifascismo, inflissero al mondo il più grande massacro di tutti i tempi.

Marie Moutier (a cura di)Lettere dei soldati della WehrmachtCorbaccio, Milano 2015, pp. 340, 22 euro

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