Le imprese del Peppin nella Milano che fu

Aveva un dribbling micidiale, si rapportava al portiere come il torero con il toro: le gesta sportive e umane di Giuseppe Meazza, il campionissimo dell’Ambrosiana-Inter, rivivono nel romanzo L’ultimo dribbling del Balilla di Mauro Colombo, edito da Morellini. Il libro è un misto di realtà e fantasia: la trama si svolge infatti nella stagione calcistica 2009-2010, quando lo sceneggiatore Dario Maselli vince una tessera d’abbonamento alle partite casalinghe dell’Inter e conosce allo stadio San Siro il vecchio tifoso Felice Rapetti, che gli racconterà, partita dopo partita, le imprese di Meazza, “Il Peppin”. Nella stagione trionfale dell’Inter, a Maselli viene allora l’idea di scrivere un nuovo soggetto televisivo su Meazza, a cent’anni dalla sua nascita.L’ultimo dribbling del Balilla è scritto con garbo, con le battute in milanese del Rapetti a rendere ancor più godibile il testo. Attraverso l’immagine del pensionato Rapetti, Mauro Colombo, giornalista e scrittore di Erba, celebra quindi Meazza, il primo e forse il più grande mito che il calcio italiano abbia mai prodotto. Il balilla, come lo definì con sarcasmo (in ragione della sua giovanissima età) un compagno di squadra più anziano nel 1927, quando l’Inter lo fece debuttare in prima squadra. In pochi anni, Milano impazzirà per Meazza, che alla fine della sua carriera ha giocato tra l’altro anche nel Milan e nella Juventus. Il racconto delle sue prodezze all’Inter e in Nazionale, l’ardore sportivo, le sue passioni per il tango e le donne, si sussegue, in questo romanzo, nella storica stagione della tripletta nerazzurra.

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