Le “altre” guide per ritrovare il Bel Paese

Si trovano pochissime immagini, nessuna mappa stradale, né consigli su hotel, campeggi e ristoranti nelle guide Ritrovare l’Italia dell’editrice Il Mulino. Nata meno di un anno fa, la collana si arricchisce ora di tre testi, che - com’è nello spirito della serie - si collocano per l’appunto all’incrocio fra la guida turistica, il saggio di storia, il trattato di storia dell’arte e dell’architettura. Che si concentrino su un territorio di poche decine di chilometri quadrati o traccino itinerari tematici lungo tutta la penisola, i libri della collana sono godibili anche per chi non intende mettersi in viaggio (attenzione però, perché pagina dopo pagina la voglia di partire inizia inesorabilmente a farsi sentire). Si può seguire anche stando comodamente in poltrona, ad esempio, il percorso proposto dallo storico dell’arte Costantino D’Orazio in Andare per ville e palazzì (pp. 168, 12 euro). A partire dalla domus romana, antenata di questi edifici che sono un prodotto dell’ingegno made in Italy, l’autore ci conduce di fronte alle facciate e dentro i corridoi di alcuni fra i più bei palazzi d’italia, spiegando come l’evoluzione delle caratteristiche costruttive e compositive vada di pari passo con il flusso della storia e i grandi fenomeni sociali. Le residenze di nobili, signori e ricchi borghesi diventano così di volta in volta luogo di otium letterario, inespugnabile struttura difensiva, case-magazzini, palcoscenici per esibire il benessere economico. Dalle ville venete palladiane ai palazzi di Genova, Firenze, Roma, il libro si conclude con un capitolo sul Regno delle Due Sicilie e le splendide dimore ottocentesche di Palermo e Siracusa. Proprio dall’antica Trinacria parte invece Andare per la Sicilia dei Greci (pp. 160, 12 euro) di Franco La Cecla: da antropologo, l’autore torna indietro di 2700 anni, al tempo in cui le popolazioni provenienti dall’Attica, dal Peloponneso, dalla Calcidia si stabilirono sulle coste sicule, trovandovi un terreno più fertile e un clima più mite e decidendo di costruirvi i centri abitati da cui la loro civiltà si sarebbe irradiata in tutto il Mediterraneo per tredici secoli. La guida non è un semplice elenco di siti archeologici - spesso vittime dell’incuria e dell’abbandono, nota l’autore, ma talvolta, proprio per questo, ancora più evocativi - ma un tentativo di mescolare storia e geografia, riscoprendo lo spirito di quelle popolazioni non solo nelle colonne di un tempio o nelle gradinate di un teatro, ma anche nella linea della costa, nella vegetazione selvatica, nei tramonti sul mare. Più breve ancora è l’itinerario scelto dallo scrittore e giornalista Rai Sergio Valzania in Andare per le cattedrali di Puglia (pp. 140, 12 euro) dedicato a tre mirabili esempi architettonici di romanico svevo. Dei settecento chilometri della via Francigena del Sud, che porta da Roma a Brindisi, il libro si concentra sulla ventina che separa Ruvo e Bitonto e quest’ultima da Bari: «Due giorni di cammino che ritmano e scandiscono l’incontro del viaggiatore con le due cattedrali erette con gli stessi canoni costruttivi ed estetici della basilica del Santo, a prepararne l’incontro». Valzania stesso è un gran camminatore e il suo non può che essere l’approccio di chi va a piedi: darsi tempo per cogliere l’insieme e i particolari del paesaggio che si attraversa, lasciare che si sedimenti nel nostro cuore e nella nostra testa, conquistare la meta lentamente, passo dopo passo, che è poi l’essenza di ogni vero viaggio.

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