L’ansia degli scrittori

per “il foglio bianco”

Un foglio bianco, su cui non riuscire ad imprimere neanche una parola, è l’incubo di molti maturandi, ma anche degli scrittori, e il romanzo Il foglio bianco dell’esordiente Eddie (all’anagrafe Luca Elia, classe 1980) si incentra proprio sul rapporto che si instaura tra un aspirante romanziere, chiamato Eddie come l’autore, e la carta che dovrebbe raccoglierne pensieri ed emozioni. «La fiamma danzante della candela rende tutto strano, il mio cervello viaggia al ritmo del chiaro-scuro naturale che aleggia nella stanza, la tentazione di mettere al rogo come una vecchia strega tutti quei fogli si fa sempre più insistente. Resisto. Un’altra sigaretta finita, un’altra birra svuotata. Un attimo, indecisione, la cura maniacale nell’impilare tutti quei fogli in perfetto ordine, un gesto semplice come tanti e il cestino si riempie di speranze, di illusioni e sogni infranti». Durante il racconto del contrastato rapporto che si crea tra Eddie ed i suoi personaggi di carta, a snodarsi pagina dopo pagina è in realtà il suo quotidiano, segnato da un’inquietudine profonda, retaggio di un’infanzia un po’ zingara trascorsa in giro per l’Italia. Se la vicenda corrisponda o meno alla vita reale di Luca Elia, al lettore non è dato saperlo e, ai fini del racconto, ha forse poca importanza. Il foglio bianco infatti non si propone come un’autobiografia, ma come un insolito viaggio nel backstage della scrittura: per narrare la sua epopea letteraria, l’autore utilizza un gergo giovanile un po’ sopra le righe, che però, vista la sua giovane età, non infastidisce.

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EDDIE (LUCA ELIA), Il foglio bianco, Edizioni Il Foglio, Piombino 2011, pp. 159, 14 euro

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