L’alfabeto divino di don Casati, per non perdersi

Prende spunto da una preghiera molto bella di Etty Hillesum, rimodulandola in minima parte, don Angelo Casati per illustrare il senso di questo singolarissimo Abbecedario mandato in stampa per il Saggiatore con il titolo L’alfabeto di Dio: «Dammi una piccola lettera del tuo alfabeto ogni giorno, mio Dio - scrive -. E se non ci sarà più carta per scriverla o mancherà la luce, allora la dirò piano, alla sera, al tuo grande cielo. Ma dammi una piccola lettera del tuo alfabeto di tanto in tanto». Una preghiera-appello che l’anziano sacerdote sembra aver visto esaudirsi, se è vero che il volume raduna decine di “lemmi” a dimostrare l’accoglienza in cielo del suo singolare grido d’amore. Per don Casati parole come Altro, Denaro, Innamorarsi, Orme, Mitezza, Milano, Natale, Pietre, Schiettezza, Silenzio (sono soltanto alcuni dei “vocaboli” messi in fila nelle 314 pagine del libro) diventano l’occasione per avvicinarsi a ogni persona, varcare i confini che la quotidianità ha eretto con le sue paure, ritrovare la sintonia con il ritmo e il tempo di Dio. E così la parola Contemplazione, che non è richiesta febbrile ma incanto sui volti delle persone, indugio sulle loro storie, torna ad avere pienezza; la parola Famiglia descrive il luogo dove sorprendersi davanti al mistero di un figlio, il luogo dove insegnare a parlare ma anche ad ascoltare; le parole Giustizia e Umanità rivelano una volta di più il loro intreccio profondo, come dice la

Bibbia: «Se quell’uomo è povero, non andrai a dormire con il suo pegno, il suo mantello. Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole, perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti». E ancora, la parola Amicizia diventa un valore da rivendicare con forza contro il rischio del suo stemperarsi progressivo, richiamandone l’origine nel rapporto di Dio con l’uomo, sin da quando Abramo fu per ben 4 volte chiamato dal Signore «amico di Dio»; e parlando di Donne, infine, l’A. non può tacere da una parte il dramma della violenza a loro carico e dall’altro invocarne una maggior presenza (e con ruoli più importanti) all’interno della Chiesa, perché «dare spazio al femminile, a tutti i livelli, avrebbe come risultato, non ultimo nell’importanza, un dilagare di profumo nelle nostre comunità ecclesiali, che così spesso e così pesantemente, corrono il rischio dell’appiattimento nella figura burocratica dell’istituzione, comunità senza calore, senza profumo. Un profumo che non abita le verità gelide né le distanze, abita mani che toccano e ungono». Con la voce dolce e insieme saggia che da sempre lo contraddistingue, don Casati - forte della sua pluriennale esperienza pastorale ma anche di una marcata capacità di osservazione e di relazione con il prossimo - riscopre la luce di parole che credevamo così logore e abusate da aver perso significato. E lo fa raccontando quanta vita e quanta fede stanno dietro le espressioni – le più semplici – che costituiscono il nostro lessico familiare con Dio, incoraggia il lettore a comporre il proprio personale alfabeto, strumento imprescindibile per tornare a una spiritualità che sia immediata, aperta, dialogica; una spiritualità che, sola, può aiutare ad affrontare questa nostra contemporaneità.

don Angelo Casati - L’alfabeto di Dio. Come innamorarsi della bellezza dell’uomo e del creato - Il Saggiatore, Milano 2016, pp. 314, 20 euro

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