La vita e altre poesie, tra riflessioni e diari

I veri e propri scritti di poetica, le lettere, i diari e quant’altro, servono a rendersi conto non solo della visione dell’Arte di un artista, ma anche dei rapporti con la cultura del tempo, del passato e degli auspici futuri. In tale direzione va l’opera meritoria della collana “testi inediti e rari del Novecento” a cura dell’Editore di Pistoia Via del Vento che purtroppo vede anche con il volume di Catherine Pozzi, Nyx e altre poesie, la chiusura della collana “Acquamarina”. Il volume di Manet è fatto d’impuntature, riflessioni dichiarazioni prese da varie fonti e rese in italiano da Marco Alessandrini. Di particolare interesse quelle sul rapporto ancora scisso fra natura e cultura: «Se è massima certezza, come dice Bacone, che l’arte è l’uomo sommato alla natura, homo additus naturae, allora nell’arte non può mai mancare la natura. Impossibile sostituirla, nemmeno con il ricordo esatto». Nella totalità questi testi danno un’immagine di questo maestro dell’impressionismo come “rivoluzionario della grazia” proprio nel senso espresso dal curatore nella sua piccola postfazione. Sobrietà, equilibrio di giudizio, levità sono la sigla di questi pensieri anche quando il maestro vorrebbe graffiare. Un ultimo esempio: «La ringrazio di aver pensato a me, ma mi è impossibile prendere allievi. D’altronde cosa le insegnerei? Nulla; o al limite, una manciata di cose che è possibile riassumere in un paio di frasi: il nero non esiste, questo è il primo precetto; non fare nulla che venga visto attraverso l’opera di qualcun altro, ed è il secondo precetto. Corra quindi a casa e dipinga guardando la natura, questa è ben più importante dei signori X, Y e Z».

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