La storia di Enea Finzi, il cuore oltre Treblinka

Con una scrittura piena di verve, in tono affabulatorio ricco di diversioni e di decalage, il romanzo A Enea Finzi non spararono in fronte narra la storia di Enea Finzi «superstite, lo scampato alle camere a gas, nato da famiglia ebraica da “tempo non osservante”, dopo aver vissuto gli orrori di Treblinka, tornato nel suo paese, invece di uccidersi» si getta a capofitto nella vita del dopoguerra con un doppio furore ed estasi derivante da una parte «dai diari di antiche monache tedesche scrutati da Martin Buber, e dall’altra in quella innervata nel comportamento di Klaus, aguzzino nel Campo di Sterminio». Un libro, ben scritto, ricco di sorprese non solo stilistiche e di rivolgimenti di senso in una specie di “anamorfosi” narrativa che svolgendosi, come il togliersi di un guanto, scompone e ricompone il senso. Un scrittura per il dritto e il rovescio con improvvise dilatazioni e diversioni che continuamente ritornano su se stesse.

Vittorio OrsenigoA Enea Finzi non spararono in fronteImprimatur, Reggio Emilia 2015, pp. 158, 14 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA