La storia di Abigail tra spie e sicari nazisti

La scrittrice salentina Tina Aventaggiato si cimenta nella scrittura di un romanzo di spionaggio internazionale, cui fanno da sfondo le vicende della seconda guerra mondiale. Lo scenario è l’Africa settentrionale, contesa fra le armate tedesche di Erwin Rommel e quelle inglesi del generale Bernard Montgomery. Anche l’esercito italiano è in zona e partecipa alla battaglia di El Alamein, in cui rifulge l’eroismo della divisione corazzata “Ariete”. Su queste vicende di guerra si innestano le traversie dei personaggi che danno vita alla trama avvincente del romanzo. Braccati dai servizi segreti tedeschi, che ordiscono inseguimenti e minacce, alcune giovani ebree, e Abigail fra queste, sono determinate a impedire che cadano nelle mani dei nazisti documenti di vitale importanza. Sulle loro tracce si portano anche i servizi segreti occidentali, interessati per ragioni opposte ad evitarne la cattura. Nel tentativo di sottrarsi all’inseguimento si imbattono nell’esercito italiano, acquartierato in territorio libico nella baia di Tobruk, e in un giovane ufficiale, Efrem Loi, che si offre di accompagnare le fuggitive. Abigail è davvero tornata? Il piano narrativo si sposta dal passato al presente, quando i riflessi di quegli avvenimenti coinvolgono ancora i sopravvissuti. Come finirà? Abigail è davvero tornata? La tecnica narrativa è sempre incalzante e il rimbalzo continuo nei luoghi dell’azione si sussegue frenetico nella rappresentazione dei colpi di scena, mentre l’abilità descrittiva della scrittrice si manifesta nella psicologia dei personaggi.

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