Torna sugli scaffali delle librerie il premio Nobel Vidiadhar Naipaul con questo romanzo degli esordi. Uscita per la prima volta nel 1967 questa novella ripercorre le vicende del giovane Ralph Singh che lasciata la natia isola caraibica di Isabella (nome fittizio dietro il quale si nasconde la Trinidad coloniale di Naipaul) all’indomani della fine della guerra per cercare fortuna in Inghilterra ad un certo punto decide di ritornare sui suoi passi per immergersi anima e corpo nella vita politica del suo paradiso tropicale che è riuscito a guadagnarsi l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Animato dai migliori sentimenti e desideroso di cercare di migliorare le condizioni del suo popolo Singh rientra così a casa e cerca di farsi strada attraverso le losche consorterie che guidano ora il Paese. Solo contro tutti, verrà ben presto emarginato e messo in un angolo, considerato alla stregua di un appestato dai nuovi ricchi che si sono spartite le spoglie del paradiso caraibico. Novello don Chisciotte nella sua lotta contro i mulini a vento rappresentati dalle lobby di potere a Singh non resterà altro da fare che volgere definitivamente le spalle al suo passato e tornare in Inghilterra dove solo e deluso scriverà le sue memorie in uno squallido alberghetto di terza categoria. Un romanzo denuncia contro le nuovi classi dirigenti nate dalla fine degli imperi coloniali, che non riescono a fare di meglio che scimmiottare, in peggio, i vecchi dominatori, un mimarne atteggiamenti e abitudini che Naipaul mette alla gogna con questo taglio comico-grottesco un poco nostalgico di quello che avrebbe potuto essere e non è stato.
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VIDIADHAR S. NAIPAUL, I mimi, Adelphi Editore, Milano 2011, pp. 322, 25 euro
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