La ”sirena” Barbara, mezzo in movimento

Tuffarsi in una pozza di mare, sbattere nell’unico sasso di una certa dimensione nel giro di qualche chilometro, spaccarsi la quinta vertebra cervicale, diventare tetraplegica per il resto della vita: bastano le prime cinque pagine per capire che Barbara Garlaschelli, in questo suo Sirena ripubblicato da Laurana, non farà sconti al lettore. Il dolore, la sofferenza, le piaghe da decubito, l’handicap, la riscoperta del proprio (nuovo) corpo e il reinserimento sociale sono temi che l’autrice, piacentina d’adozione, ha vissuto sulla propria pelle e che affronta senza giri di parole, buonismi e modi di dire politicamente corretti («diversamente abile» e altra fuffa del genere) che spesso servono solo a girare attorno all’argomento. Il libro, pubblicato nel 2001 da Mobydick, ebbe un buon riscontro e fu ristampato nel 2004 (Salani) e nel 2007 (Tea). Ada agosto 600 copie rimaste in magazzino rischiavano il macero. Garlaschelli le comprò di tasca propria, Internet fece il resto: tutte vendute. L’editrice Laurana, sorpresa dall’exploit, decise così di ripubblicare l’opera.

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Barbara Garlaschelli, Sirena (mezzo pesante in movimento), Laurana Editore, Milano 2014, pp. 129, 12 euro

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