La Russia moderna, mondo sconosciuto

Vincitori del premio Debut, coordinato dalla scrittrice Ol’ga Slavnikova i quattro giovani autori dei romanzi brevi (o racconti lunghi) raccolti nel volume appena mandato in libreria da Marco Tropea Editore, raccontano una Russia post-ideologica, in cui il moderno e l’arcaico s’intrecciano talvolta in maniera grottesca e peculiare, talvolta sul filo di sentimenti universali e facilmente rintracciabili nelle vite di ognuno. A fare da sfondo della narrazione vi sono luoghi refrattari a rientrare nei cataloghi delle agenzie di viaggio, che soprattutto in questi anni pubblicizzano Mosca e San Pietroburgo come mete predilette di turisti occidentali spesso annoiati. Il Daghestan di Alisa Ganieva o la Ufa di Igor Savelyev sono periferie di un impero andato in frantumi, nel quale le differenze etniche, culturali e religiose sono da tempo esplose anarchiche. In una geografia così ridisegnata, si sviluppano anche le storie di Anna Lavrinenko (la più intimistica) e di Aleksej Lukjanov (la più politica), rispettivamente il dramma di un’identità in cerca dell’amore materno e l’allegoria di una società collettivizzata che perde parte del proprio linguaggio, allorché cerca di traslarsi altrove. In tutti e quattro i casi l’età anagrafica degli autori finisce per coincidere con l’età di una nazione attraversata da quegli slanci e quelle malinconie che sono tipiche di chi si deve ancora conoscere a fondo e patisce innanzitutto su di sé la ricchezza ingovernabile dei propri talenti e dei propri istinti. Dopo questo debutto in Italia, sono elevate le attese di altre prove che permettano di conoscere più a fondo la poetiche e gli universi interiori dei quattro scrittori.

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