La rivincita sociale delle “Strane creature”

È il 1811 e a Lyme, villaggio della costa inglese, povero di attrattive e ben lontano dal raffinato ambiente londinese, si trasferiscono le sorelle Philpot, portando una ventata di novità con la loro eleganza, i vestiti alla moda e gli atteggiamenti disinvolti. Elisabeth fa presto amicizia con la giovane Mary Anning, che coltiva un curioso passatempo: raccogliere fossili sulla spiaggia. E seguendo questa passione inconsueta e additata con sospetto, finiscono per portare alla luce animali preistorici fino ad allora sconosciuti. Basata su fatti realmente accaduti, che hanno dato una svolta agli studi sull’evoluzione, è una vicenda tutta al femminile, in cui gli uomini sono dei comprimari, spesso figure rigide e ottuse. Strane creature racconta una moderna storia di affermazione ed emancipazione di due donne sole, che contro i pregiudizi, senza erudizione e senza voce in capitolo in nessuna sfera della società, tanto meno negli ambienti accademici, riescono a dare un importante contributo alla scienza e ad affermare la propria libertà.

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Tracy Chevalier, Strane creature, Neri Pozza Editore, Vicenza 2014, pp. 287,16.50 euro

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