Chiara ha 35 anni e un lavoro soddisfacente ma non riesce a trovare l’uomo giusto. Per fortuna ha un sacco di amiche con cui condividere le sue disavventure sentimentali. Peccato che le capiti di incrociare spesso sul suo cammino “gatte morte” , donne forti che si fingono deboli per avere aiuto, attenzione e soprattutto interesse dall’uomo di turno che hanno deciso di conquistare. La loro strategia - registra Chiara sconsolata - paga: inutile adoperarsi per essere una donna dinamica e indipendente, ci sarà sempre una “gatta morta” capace di superarti. Il suo segreto? È nel suo Dna perché «gatte morte si nasce, non si diventa». È spassoso il romanzo d’esordio (dichiaratamente autobiografico) di Chiara Moscardelli, impegnata da anni nel mondo editoriale a Roma
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C. MOSCARDELLI, Volevo essere una gatta morta, Einaudi, Torino 2011, pp. 246, 13,50 euro
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