La nascita e l’ascesa del mondo capitalista

Più che di una vera e propria pesante e pedante monografia storiografica dedicata allo sviluppo del mito capitalistico nell’Occidente europeo, questo volume rappresenta un racconto, o meglio una serie di racconti, un grande esercizio di epistemiologia storica, una provocazione in grande stile per storici, economisti e sociologi. Si tratta di una serie di pensieri sparsi, uniti da un unico filo conduttore: di spiegare come il capitalismo sia divenuto nel lungo periodo una sorta di civiltà con le sue regole e le sue ipocrisie. Una creazione dell’Europa, nato nel cuore del Mediterraneo nella Venezia del XIII secolo ma i cui germogli precoci si intravedevano in altre realtà italiane e più in generale europee, destinato a prosperare e a diffondersi grazie alla maturata supremazia tecnologica, economica e militare degli europei in tutto il mondo divenendo, grazie alla globalizzazione imperante, la vera unica civiltà dominante. Una visione complessa di lungo periodo, la cui comprensione e soprattutto, riduzione ad un unico modello interpretativo attraverso i secoli sino ad arrivare alla vigilia della seconda guerra mondiale, nasconde varie insidie, trabocchetti, che Guido Carandini cerca di schivare rielaborando una serie di dati, concetti, teorie formulati a suo tempo da alcuni dei più grandi storici economici e sociologi del Novecento, da Fernando Braudel a Marc Bloch, da Immanuel Wallerstein a Jacques Le Goff, da cui emerge prorompente la visione negativa, distruttiva, di questa nuova religione in grado di arricchire i pochi scapito di tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA