La misericordia, segno distintivo del cristiano

Stiamo vivendo ormai da diversi mesi il Giubileo straordinario della misericordia, ma sappiamo davvero cos’è la misericordia? Ne conosciamo il suo significato profondo? Abbiamo letto cosa ne dicono i Vangeli, come ne parla - e come la vive - Gesù? O la confondiamo (e banalizziamo) nel pur importante concetto di perdono? A queste domande prova a rispondere in questo agile ma ben meditato volume pubblicato da Àncora don Luca Violoni, sacerdote originario di San Donato Milanese e oggi prevosto della parrocchia centrale di San Giuliano Milanese, dopo un periodo trascorso in Curia come responsabile dell’Ufficio amministrativo della diocesi di Milano (e successivamente come segretario del VII Incontro mondiale delle famiglie), ma soprattutto apprezzato studioso di etica (specie in ambito economico-finanziario) e biblista, con alle spalle diverse pubblicazioni di valore per Franco Angeli, San Paolo, la stessa Àncora ed Egea.

«La misericordia - scrive don Violoni - è anzitutto il sentimento che esprime l’essere di Dio e il suo modo di manifestarsi a noi, ma è anche quanto possiamo vivere noi verso gli altri, quando il nostro cuore non è di pietra, ma è di carne. La misericordia è il sentimento che fa accorgere e dedicare alla miseria e povertà dell’altro, degli altri». Non solo capacità di perdonare, dunque, ma realtà che fa agire e operare verso gli altri partendo dal presupposto che siamo tutti figli e, per conseguenza, fratelli l’uno dell’altro.

Per chiarire con la Parola il significato e il valore della misericordia, don Violoni parte dal cosiddetto Vangelo delle beatitudini o Discorso della montagna (nella versione più ampia e articolata di Matteo), una sorta di “guida maestra” al discepolato di Cristo e, dunque, al discepolato della misericordia, tratto distintivo della figura del Messia (il “mite” per antonomasia) e di quella del Padre, sempre pronto a perdonare e abbracciare l’uomo e a «far sorgere ogni giorno il sole

sopra i giusti e gli ingiusti». Oltre a contemplare una beatitudine espressamente ed esplicitamente dedicata alla misericordia - la quinta («beati i misericordiosi perché troveranno misericordia») - il “Discorso” inquadra il concetto nell’ambito del rapporto Padre/figli (con la centralità della preghiera del Padre nostro) e si intreccia con altre pagine fondamentali di Matteo, che di fatto tracciano una sorta di abbecedario del cristiano, toccando le cosiddette antitesi e i grandi “non” (non cercate di essere ammirati, non accumulate tesori, non giudicate..), e culminando proprio nel Padre nostro.

Aspetti, tutti, fondamentali per abbracciare convintamente la sequela di Cristo che è anzitutto il segno tangibile di un cambiamento profondo dell’uomo, divenuto veramente “povero in spirito” e, di conseguenza, destinato alla salvezza. «Se leggiamo le beatitudini senza fare la fatica di confrontarci con le sei antitesi che ci propone Gesù e con i quattro “non” radicali (l’apparire, l’accumulazione, l’affanno della vita, il giudizio/condanna), rischiamo di confondere queste parole con uno slancio poetico, ma senza vedere quale lavoro abbiamo da fare su di noi e nelle nostre comunità, quale vigilanza spirituale ci è richiesta per non smarrirci».

Bisogna andare a fondo della nostra vita, insomma, fare i conti con tanti aspetti importanti (la tecnica il potere, la meraviglia) per essere davvero misericordiosi. L’invito di don Violoni, sulla scorta del Papa e di Gesù è quello di provarci. Con convinzione e senza paura. Perché ne vale davvero la pena.

Luca Violoni

La disciplina della misericordia (alla luce del Discorso della montagna) - Àncora, Milano 2016, pp. 136, 14 euro

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