La madre scomparsa e i sogni di un bimbo

«Fai bei sogni» è una delle ultime parole che una madre dice al figlio prima di morire lasciando la sua vestaglia ai piedi del letto del bambino. Quel bambino si chiamava Massimo e amava giocare a dirigere un sommergibile immaginario, sotto le coperte di un letto improvvisamente vuoto. Che cosa succede nella vita di un uomo quando perde, a 9 anni, la persona che ama di più? Che cosa accade quando la verità sulla scomparsa della madre viene a galla solo molti anni dopo? Il Massimo di allora è il Massimo Gramellini di oggi, commentatore de «La Stampa», di cui è anche vice-direttore e firma di punta di varie rubriche. Il «Fai bei sogni» di sua madre è un monito che echeggia nelle orecchie di Massimo, ormai diventato «uomo circondato da uomini» (mentre erano molto più rassicuranti le sottane di mamma e di nonna) e che viene compreso solo quando Madrina, migliore amica della madre, consegnerà all’autore una lettera. È da qui che nasce uno splendido romanzo autobiografico che è la storia di una esistenza (due matrimoni, carriera, fama, successo) alla ricerca della felicità vera. Che non può esistere senza la verità, senza l’accettazione di un passato troppo a lungo celato o negato. Già con L’ultima riga della favole e Cuori allo specchio Gramellini aveva dimostrato quanto la prosa narrativa - un periodare pulito, fulmineo ed essenziale nelle descrizioni, con un’attenzione quasi maniacale al lessico e alla fonia delle parole - gli fosse congeniale. Questo libro ne è una ulteriore dimostrazione. Intenso e coinvolgente fino all’ultima pagina.

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