La “lezione” di Max Frisch, testamento di un umanista

Un viaggio nel tempo, quasi il testamento di un grande umanista, forse l’ultimo maestro di una tradizione ormai scomparsa, con questa traduzione, per la prima volta, di due conferenze tenute da uno degli scrittori più rappresentativi del Novecento europeo: Max Frisch. Letti nel novembre del 1981 a City College di New York, l’università pubblica del quartiere di Harlem, riservata agli immigrati di seconda e terza generazione che non possono aspirare ai grandi college, ma usciti postumi col titolo di Quadrato nero, questi due discorsi sono una sorta di documento testamentario che sintetizza la sua visione poetica di intellettuale impegnato. Frisch arriva così a definire la sua concezione di arte come posizione contro il potere, in una specie di umanesimo visto come necessaria autodifesa.

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Max Frisch, Quadrato nero. Due lezioni sulla letteratura, Gaffi editore, Roma 2012, pp. 93, 12 euro

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