La fine dell’illusione nella terra dei “rossi”

La cronaca degli ultimi anni - dal crac Parmalat alla scalata ad Antonveneta, fino alla denuncia, da parte di giornalisti come Giovanni Tizian, delle infiltrazioni mafiose nell’attività edilizia - ha mostrato come la “rossa” Emilia, celebrata anche all’estero, non sia più da tempo un’isola felice nella penisola italica, né un’oasi di rigore morale immune dall’affarismo, dalla corruzione, dallo sfruttamento ambientale. Il romanzo d’esordio di Alessandra Sarchi, nata a Reggio Emilia nel 1971, mette in scena l’amara fine di un’illusione, e insieme la vittoria del cinismo, del compromesso omissivo, in una regione d’Italia a cui occorre ormai guardare con occhi diversi. Linda e Alberto, lei ricercatrice in Neuroscienze, lui funzionario della Regione per le questioni ambientali, sognano una nuova casa immersa nel verde, a pochi chilometri da Bologna. Primo Draghi, costruttore e amministratore di diverse proprietà, è l’uomo che vende loro un sogno ben confezionato, apparentemente perfetto, troppo perfetto per essere vero. A ben vedere, nessuno, nel romanzo di Sarchi, è innocente fino in fondo, a eccezione di chi - svantaggiato e indifeso, straniero e per questo malvisto da chi lo circonda - tenta in conclusione una fuga verso la libertà e la verità, venendo ostacolato nel più brutale dei modi. D’altra parte, non era quel sogno d’una vita a tinte pastello, già in origine, una grottesca astrazione? Linda e Alberto lo sanno bene, poiché non sono delinquenti e hanno cultura, tuttavia appartengono anch’essi all’ampia schiera di chi non ha scelta e non può vivere in un mondo diverso da quello dato in sorte.

_____

ALESSANDRA SARCHI, Violazione, Einaudi Editore, Torino 2012, pp. 271, 18 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA