Paolo Grassi fu un vero professionista, un «grande uomo di cultura» come lo definisce Carlo Fontana che ha curato il volume, appena uscito, Paolo Grassi, una biografia tra teatro, cultura e società: attraverso gli interventi critici di Alberto Bentoglio, professore di Storia del Teatro e Organizzazione ed economia dello spettacolo alla Statale di Milano, Paola Merli, Lecturer in Cultural Studies al Dipartimento di Culture, Film and Media della University of Nottingham, e Stefano Rolando, docente di Politiche pubbliche per le comunicazioni e Teoria e tecniche della comunicazione pubblica all’Università Iulm, si dipinge un ritratto completo della figura di Paolo Grassi e della portata innovativa che il suo modo, così aperto, così “pubblico” di concepire lo spettacolo ha comportato fino ai nostri giorni. La forza di Paolo Grassi sta nell’aver contribuito in gran parte alla creazione di una nuova figura professionale, quale quella dell’operatore culturale. A partire dalla creazione, nel 1947, con Giorgio Strehler, del primo teatro pubblico d’Italia, il Piccolo Teatro, passando per le iniziative che adottò per ampliare il pubblico della Scala durante il periodo della sua sovrintendenza, e l’esperienza in Rai, più complicata per i compromessi politici che dovette affrontare, e che si scontravano con il suo ideale di cultura, alto e funzionale, di valore e accessibile a tutti nello stesso tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA