La critica “tematica”: Viti e la letteratura

Inuovi libri che si occupano di teoria della letteratura, o seriamente degli statuti della critica, sono sempre più rari, perché in decenni in cui si pensa poco e il riuso e il consumo del già fatto è “tumorale”, prevale la letteratura dei “professorini”, in una dimensione disinvoltamente pragmatica e spregiudicata delle discipline che non si peritano, molte volte, nel farsi carico del già pensato e delle fonti. Fa quindi piacere quando anche in forma divulgativa qualche volume onesto si infila in una collana di un illustre editore, come questa di Guida, le “Parole chiave della letteratura”. Ed è appunto al libro di Alessandro Viti dedicato alla genesi storica e problematica della critica tematica che va la nostra attenzione, sia per il metodo sia per gli orizzonti messi in campo. Dalla scarsa considerazione da sempre goduta di tale critica dall’ambito idealistico e semiotico, all’opera costruttiva posta in essere dall’ermeneutica, alla recente rinascita, Viti ripercorre la storia e le problematiche adombrando i ben più massicci orizzonti di una letteratura e di una critica che voglia significare qualcosa e che si rapporti con la multilateralità dell’orizzonte significativo del mondo e dei saperi, di là da ottocentesche visioni di doppia cultura umanistica e scientifica. È questo un libro utile, di inquadramento e di agevole lettura, utile non solo settorialmente, ma anche come invito a ripensare organicamente la letteratura nella sua polifonicità, ma anche complessità. Di Viti segnaliamo anche l’antologia Ascoltate degli esuli il canto. Un’antologia tematica della poesia risorgimentale (Nerosubianco, Cuneo, 2010).

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