Katherine Mansfield, un idealismo intimo

Gli interessi dei poeti, come gli amori, sono generalmente tenaci: così la poetessa poliglotta, saggista e valente scrittrice di opere teatrali Maura Del Serra sta restituendo, in un nitido italiano, gran parte dell’opera della grande scrittrice di racconti Katherine Mansfield (Wellington, Nuova Zelanda, 1888 – Fontainebleu, 1923). Il volume Poesie e prose liriche testimonia in Katherine Mansfield non tanto l’esistenza di “un poeta occasionale”, quanto di un modo di concepire l’effusione lirica, prima delle dirompenti tradizioni “strutturali” e linguistiche novecentesche. Un modo di fare poesia intimistico e diffuso, di alta impronta idealistica, ampiamente tributario «alla koinè decadente europea». Come avverte la curatrice, questi testi coprono una «plurima costellazione tematica degli affetti», che tocca gran parte dei nodi, anche autobiografici della scrittrice. Fra tutte: «L’albero più incantevole di tutti, il ciliegio, / Ora ha grevi di bocci i rami – un sortilegio - / Svetta lungo il sentiero boschivo, / per Pasqua è tutto biancovestito».

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Katherine Mansfield, Poesie e prose liriche, Petite Plaisance, Pistoia 2013, pp. 280, 20 euro

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