Juliàn Carròn, dove le domande si fanno brucianti

Gli scritti, nati in occasioni diverse, sono stati ampiamente rielaborati e ordinati dal loro autore, allo scopo di fornire organicamente i fattori di un percorso decennale, lungo il quale egli ha approfondito il contenuto della proposta cristiana nel solco di don Giussani, alla luce del magistero pontificio e in paragone col travaglio e le urgenze dell’uomo contemporaneo. Quanti conoscono le vicende della storia contemporanea della Chiesa italiana avranno già capito a chi mi riferisco: si tratta di Julián Carrón, prete spagnolo che nel 2004 si è trasferito a Milano, chiamato da don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, a condividere con lui la responsabilità di guida del movimento. Carrón è oggi l’assistente ecclesiastico dei Memores Domini, associazione laicale che «riunisce persone di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo», ossia l’erede di don Giussani alla guida di CL.«Ma noi cristiani crediamo ancora nella capacità della fede che abbiamo ricevuto di esercitare un’attrattiva su coloro che incontriamo e nel fascino vincente della sua bellezza disarmata?». Così Julián Carrón concludeva un suo intervento su un quotidiano italiano dopo la strage di Charlie Hebdo. E proprio «la bellezza disarmata» del cristianesimo dà il titolo a questa raccolta di riflessioni che non solo hanno segnato la storia del movimento di CL in questi dieci anni dalla scomparsa di don Giussani - che la Chiesa ha proclamato Servo di Dio - ma sono entrati nel dialogo pubblico e nelle ferite profonde del nostro tempo. La bellezza disarmata propone gli elementi essenziali della riflessione svolta da don Carrón a partire dal 2005, anno della sua elezione a presidente della Fraternità di CL fino ai giorni nostri. Riflessioni su temi specifici, nate in occasioni e contesti differenti, tenute in pubblico e inserite nel contesto specifico del momento, che l’autore ha ampiamente rielaborato e riordinato, allo scopo di fornire organixamente i fattori del percorso compiuto.Il terrorismo, le persecuzioni dei cristiani, la crisi economica, l’Europa e la politica, l’emergenza educativa, il dramma delle migrazioni, perfino le debolezze e gli errori commessi da persone di CL: Carrón non si sottrae alla domanda profonda che queste sfide pongono all’esperienza della fede e al carisma di don Giussani. Al contrario, affonda Io sguardo alla radice di esse, in quel «crollo delle evidenze» in cui Papa Benedetto XVI ha magistralmente sintetizzato la crisi antropologica dell’Occidente odierno e che corrode anche il cristianesimo, se si lascia ridurre a ideologia invece che riproporsi come esperienza, come avvenimento sperimentabile e corrispondente al cuore dell’uomo. Carròn mette l’accento sulla fede come testimonianza di un io afferrato dall’amore di Cristo: come ricorda Papa Francesco, «solo così si può proporre nella sua forza, nella sua bellezza, nella sua semplicità, l’annuncio liberante dell’amore di Dio e della salvezza che Cristo ci offre». Qui è tutta la stoffa della presenza cristiana nel mondo e così l’incontro con i “testimoni” di Gesù, oggi come duemila anni fa, continua a essere possibilità presente e viva che la domanda che urge nel cuore di ogni uomo trovi finalmente il suo compimento. Questo è allora il contributo che i cristiani sono chiamati a dare oggi più che mai: la testimonianza di una «bellezza disarmata», di una pienezza di vita possibile, perché salvata da Cristo.

Julian Carrón, La bellezza disarmataRizzoli, Milano 2015, pp. 364, 18 euro (disponibile in eBook a 9,99 euro)

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