Italiana o straniera, la narrativa “regina” dei regali

È ricca la produzione di romanzi, italiani e stranieri, che ha invaso gli scaffali delle librerie in queste settimane e che occhieggia dai siti di vendita di ebook in vista delle festività. E mentre le case editrici festeggiano il nuovo decreto legge che promette intelligenti sgravi fiscali per chi acquista libri, ecco che cosa possiamo regalare per Natale a una persona appassionata di narrativa.

LE STORIE ITALIANEÈ vero, il 2013, è stato l’anno dei ritorno alla scrittura di Fabio Volo, che svetta ancora in classifica, ma ben altre sono le storie italiane che meritano di essere lette. Massimo Gramellini, ad esempio. Nonostante l’editorialista de «La Stampa» e volto noto di Che tempo che fa? sia ormai un giornali-star, la sua prosa piana e delicata resta di piacevole lettura: Fai bei sogni¸ un azzeccato mix di cronaca e autobiografia, è un buon libro. Più pungente e amaro, sebbene molto autobiografico, anche il recente romanzo di Michele Serra: editorialista di Reopubblica e autore tv, parla della “sconfitta” dei padri di oggi, del divario generazionale che avverte ogni uomo con un figlio adolescente per casa, del sapore del non-detto per questa generazione “sdraiata” che non riusciamo a fare stare in piedi. Di chi è la colpa? (Gli sdraiati¸ Feltrinelli, ancora in cima alle classifiche). Per palati raffinati e abituati a mangiare politica, ottimo Francesco Piccolo: nel suo Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) il ritratto generazionale dei quaranta-cinquantenni di oggi. Al femminile. Tanti i titoli perfetti per una lettura paciosa sul divano sotto le feste (a cominciare, ad esempio, dall’ultimo di Sveva Casati Modignani che, per chi ama il genere, è di una maestria con poche rivali). Noi segnaliamo il delizioso Per dieci minuti (Feltrinelli) di Chiara Gamberale: prosa asciutta, molta introspezione e, per fortuna, molta ironia per una storia che spiega come un cambio-vita, se si vuole, è possibile. Basta provarci dieci minuti al giorno. Delicata, per nulla voyeur, la storia, al solito densa e intensa, firmata da Margaret Mazzantini: Splendore(Mondadori) segue le vicende del cuore di Guido e Costantino e conquista. Ma forse il libro più delicato dell’anno è quello creato dalla magistrale penna di Banana Yoshimoto: per chi ama le sue atmosfere rarefatte, la sua prosa compiuta, i suoi dialoghi c’è in libreria A proposito di lei (Feltrinelli).

NARRATIVA STRANIERAIl nostro titolo preferito? I Melrose (Neri Pozza) di Edward St Aubyn, che con un cognome così sembra finto ma che invece si conferma come un gigante della letteratura inglese: discendente diretto di una delle famiglie più nobili del Regno Unito, ha scritto un romanzone epico e tragico sul male di vivere dell’aristocrazia britannica oggi, paragonato - e non è un azzardo - a Oscar Wilde. Non delude mai Kundera, tornato da pochi mesi alla ribalta grazie a La festa dell’insignificanza (Adelphi), brevissimo racconta sulla caducità della vita. Accanto a Khaled Hosseini (E l’eco rispose, edito da Piemme, è il suo terzo best-seller in salsa afgana), merita la lettura - se siete tra i pochi che non l’hanno ancora fatto - La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker (Bompiani), il caso letterario dell’anno.

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