Il viaggio di Sgarbi nelle “meraviglie”

Capitoli brevi, tante immagini esplicative, uno stile chiaro e coinvolgente per parlare della storia dell’arte da Piero della Francesca fino a Tiziano, Lotto, Gaudenzio Ferrari e Pontormo, ovvero dall’inizio del XV secolo agli inizi del XVI: Gli anni delle meraviglie li definisce il critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi, che così intitola il suo ultimo libro appena uscito per Bompiani, seconda parte di un progetto più ampio che vuole raccontare l’arte italiana: «In futuro - dice - forse arriverò fino al moderno e contemporaneo». Dopo aver trattato il Duecento, ora lo sguardo si concentra su pittori che manifestano una sempre maggiore libertà espressiva rispetto all’immobilismo iconografico del Medio Evo: «L’arte ora è Rinascimentale, rinasce a partire dai canoni classici», ovvero greci e romani. Padova sarà la Mecca in cui la nuova ricchezza di dettagli in ogni dipinto riuscirà a svilupparsi: da Bellini a Mantegna fino ad Antonello, qui tutti giungeranno per lavorare. «Fino ad arrivare a Caravaggio e alla sua pittura visionaria, manierista. Ma questo sarà il prossimo libro».

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Vittorio Sgarbi, Gli anni delle meraviglie, Bompiani Editore, Milano 2014, pp. 492, 22 euro

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