Il tragico passato di Milena e Dora

Milena e Dora sono due giovani adolescente romane la cui unica colpa è quella di essere ebree. Nei folli giorni dell’occupazione nazista della capitale, dopo l’8 settembre del 1943, sono costrette assieme al padre Giacomo e alla madre Elsa a trovare rifugio in un tranquillo paese della campagna laziale protette dal vecchio parroco che li spaccia per parenti sfuggiti ai bombardamenti alleati sulla capitale. Un’esistenza nascosta aspettando l’arrivo degli angloamericani, ma nel tragico inverno del 1944, quando la liberazione sembra ormai vicina dopo la notizia dello sbarco alleato ad Anzio, il padre, recatosi a Roma per sincerarsi della situazione del suo negozio, non fa più rientro. L’oblio sembra caduto su di lui, inghiottito nel nulla e solo dopo la liberazione sapranno del suo arresto e della sua deportazione in Germania. Inizia un lungo tormento per la famiglia, e soprattutto per le due giovani donne, alla ricerca di una risposta, di una verità. Chi ha potuto tradire la confidenza di Giacomo e consegnarlo alla polizia tedesca? Elsa, disperata dopo la tragica scomparsa del marito cercherà di proteggere in ogni modo le due figlie, chiudendole in un silenzio quasi disperato su quei tragici giorni nascondendo la verità. In un mondo dove nessuno sa nulle e nessuno vuole sapere, ma semmai si cerca di dimenticare in fretta l’orrore, Milena e Dora dovranno però fare i conti col loro passato, con una storia che tornerà a tormentarle e in cui saranno due giovani innocenti alla fine a pagare le colpe e le sconfitte dei padri. Un romanzo forte, che fa riflettere sulla tragedia della Shoah e soprattutto sulla coltre di silenzio che lo avvolse nel nostro paese dopo la fine delle ostilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA