Il tennis, la vita e la fine nei nuovi versi di Clerici

I fan del tennis lo conoscono per le sue proverbiali telecronache (inarrivabili quelle in duo con l’amico Rino Tommasi) e per i sapidi resoconti vergati sulle pagine sportive di «Repubblica». Ma l’ormai 81enne Gianni Clerici è molto più di un giornalista (ed ex tennista): è uno scrittore di valore, capace di maneggiare la penna con ottimi risultati, spaziando dal terreno della narrativa (in specie quella breve dei racconti), a quelli più insidiosi della poesia. La sua ultima raccolta, Il suono del colore, dove svaria dallo sport ai temi universali della vita, dell’amore e della morte - in una sorta di dolceamaro bilancio per brevi squarci della propria esistenza - ne è la riprova. Basti, per tutti, la breve Appassito: «Eri un fiore / a quest’ora di ieri / senza vita /appassito / la plastica del sacco / ti mescola /alla robaccia».

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G. CLERICI, Il suono del colore, Fangango Libri, Roma 2011, pp. 138, 15 euro

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