Il surreale avvocato di Diego De Silva

Un libro da leggere tutto di un fiato per esserne continuamente spiazzati. Uno di quei personaggi che ci costringono a ridere inspiegabilmente nel pieno della notte. Dopo il successo di Non avevo capito niente, ecco il nuovo capitolo delle sconclusionate avventure di Vincenzo Malinconico. Se siete stufi dei soliti avvocati razionali e risolutori, affascinanti e precisi, questo è il personaggio che fa per voi. Lui la professione la esercita per caso e senza troppa convinzione, ci si trova più che altro invischiato. Serafico ed esilarante, seduce con battute brucianti e bizzarre elucubrazioni sulla vita. Filosofo involontario, non va in cerca di assoluti difficilmente conciliabili con la vita e non si erge ad esempio d’inarrivabile virtù; viceversa si concede umanissime cadute e vorticose risalite, il tutto con una leggerezza fatta apposta per beffarsi degli improbabili moralismi dei giorni nostri. La trama: un’ex-moglie poco convinta, una nuova fiamma gloriosamente bella, una suocera malata che preferisce la sua compagnia a quella della figlia, sono i diversivi che lo distolgono dalla vicenda tragicomica e surreale di cui è protagonista. L’ingegner Sesti Orfeo è un padre distrutto per la perdita del figlio e amareggiato dalla giustizia. Per questo ha deciso di inscenare un processo in un supermarket e di trasformarlo in reality show. Dopo aver sequestrato il boss di camorra responsabile della morte del figlio, l’ingegnere nomina il malcapitato Malinconico avvocato d’ufficio in un happening processuale. Divertimento allo stato puro.

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DIEGO DE SILVA, Mia suocera beve, Einaudi, Torino 2010, pp. 338, 18 euro

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