Il Saramago interrottotra Malraux e Saviano

La copertina splendidamente illustrata da Günter Grass fa da cornice a questo racconto breve tratto da un romanzo incompiuto. Saramago, con uno stile fluido in cui pensieri azioni possibilità si mescolano senza una punteggiatura che distingua discorsi diretti e atti mancati, segue Artur Paz Semedo, impiegato in una fabbrica d’armi, tra freddi meandri e personaggi anonimi di kafkiana memoria. Intenditore di film bellici, il protagonista vede la sua quotidianità incrinarsi in seguito alla visione de L’espoir di Andrè Malraux sulla guerra civile in Spagna. Le insistenze della ex moglie Felìcia, una pacifista convinta, lo porteranno a investigare negli archivi dell’azienda per scoprire se negli anni Trenta fossero stati venduti armamenti ai fascisti. Pian piano verranno alla luce tra scaffali dimenticati verità scomode che gli faranno ottenere un colloquio con l’amministratore delegato. Accompagnato da uno scritto di Roberto Saviano che ricorda tutti gli Artur incontrati, il libro ci regala un tentativo di romanzo sul sabotaggio e l’economia.

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