Il prete scomodo che parla di camorra

«Chi va pè chisti mare, chisti pisci piglia» è un aforisma napoletano che don Aniello Manganiello mal sopporta. Il prete anticamorra, per sedici anni in prima linea nel degrado di Scampia, all’estrema periferia Nord di Napoli, non accetta che un camorrista ammazzato sia etichettato solo con questo aforisma dialettale, che significa: chi fa certe scelte, non può pensare di vivere beato e tranquillo. Nel suo libro Gesù è più forte della camorra - scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Manzi per Rizzoli - il padre guanelliano si sfoga:

«Nessuno si chiede mai come e perché un tizio abbia scelto la camorra, chi erano i genitori, quali violenze avesse subito nella vita, come viveva, chi avrebbe dovuto aiutarlo e chi avrebbe dovuto fermarlo e non lo ha fatto, chi lo ha sfruttato facendogli intravedere la luna nel pozzo». Don Manganiello è stato parroco di Santa Maria della Provvidenza nel rione don Guanella (che appartiene per un quarto della sua estensione alla municipalità di Miano-Secondigliano e per i restanti tre quarti a quella di Scampia) dal settembre 1994 fino all’autunno del 2010, quando è stato trasferito al quartiere Trionfale di Roma, dove aveva già trascorso undici anni della sua vita. Un allontanamento improvviso, di cui anche i media hanno molto discusso: «La versione ufficiale del mio trasferimento è l’avvicendamento, ma probabilmente ci sono state pressioni dall’esterno» ha dichiarato il sacerdote. Un prete di frontiera, tra poveri e tossicodipendenti; uno tosto, scomodo, instancabile camminatore su strade di miserie umane, che è andato in televisione a indicare i luoghi di spaccio e gli angoli del mercato rionale in cui si paga il pizzo, che ha rifiutato il matrimonio ai camorristi e il battesimo ai loro figli quando non accettavano il percorso di conversione che imponeva loro. Si è preso del «mascalzone» da Antonio Bassolino, l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe l’ha accusato di eccessivo protagonismo e ora lui, don Aniello, ha scritto un libro che è il racconto del suo apostolato forte e richiama qualunque lettore alla responsabilità, con alcuni passi davvero significativi, specie quando parla della fede che salva nelle avversità o delle conversioni che ha potuto incontrare e accompagnare nell’inferno di Scampia. Come quella di Davide Cerullo, ex pusher dei Di Lauro e oggi onesto padre di famiglia che ha raccontato il suo difficile percorso di redenzione in un libro, Ali bruciate, scritto con Alessandro Pronzato per le edizioni Paoline. Per don Manganiello Vangelo e lavoro sono le uniche possibilità di rinascita: qualcuno, a torto, l’ha dipinto come il prete che è contro Roberto Saviano, ma in realtà il religioso tiene solo a precisare «che non basta la denuncia, ma occorre lottare per offrire nuove condizioni di vita, bonificare vaste aree, creare posti di lavoro, offrire alternative, diffondere la cultura, magari tenendo aperte le scuole fino alla sera». A Scampia la disoccupazione è pesante e «la camorra fa da ammortizzatore sociale, i boss sostengono le famiglie, pagano perfino le cure odontoiatriche e oculistiche»: per togliere ossigeno alla criminalità organizzata, don Aniello nel Centro don Guanella (semiconvitto per 280 minori a rischio) ha accolto i giovani nel tentativo di strapparli alla fascinosità delle proposte dei malavitosi. Ha cercato di costruire nel suo oratorio una comunità solida, in cui la gente potesse sentirsi sostenuta e trovare quindi anche il coraggio di denunciare. La povertà morale e materiale della periferia dimenticata lui l’ha vissuta «sporcandosi le mani» e scontrandosi con ritardi e inadempienze del Comune, con le minacce dei delinquenti, con il «cronico assordante silenzio» della gente e con una diffusa mentalità ancora troppo abituata all’assistenzialismo, al sistema clientelare partitico, a pretendere dallo Stato. Eppure don Aniello non manca mai di ricordare che «in quell’area c’è anche tanta brava gente»: l’operato di quest’uomo nella periferia partenopea malata non è stato vano, perché in certi cuori qualcosa è rimasto.

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DON ANIELLO MANGANIELLO CON ANDREA MANZI, Gesù è più forte della camorra Rizzoli, Bologna 2011, pp. 250, 17 euro

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