Il “peso“ delle parole in una storia d’amore

Lei è Delia, una nutrizionista con un passato offuscato dall’anoressia, figlia di due genitori separati che hanno sempre fatto finta di non accorgersi di niente. Lui è Gaetano, uno sceneggiatore con velleità artistiche ma costretto, per vivere, a scrivere copioni per fiction di serie B. Si sono incontrati tanti anni fa nello studio medico di Delia e così è iniziata una storia d’amore idilliaca, capace di curare le rispettive frustrazioni, coronata da un matrimonio inizialmente felicissimo e dalla nascita di due figli. Si ritrovano dopo dieci anni, in una calda sera d’estate, a cena in un ristorante all’aperto, per parlare della loro separazione. Gaetano deve dare l’assegno alla sua ex moglie e cercare di strapparle qualche ora in più da passare con i figli. Quella che nasce come una formalità diventa in realtà l’occasione per rivangare le passioni del passato e per rinfacciarsi l’un l’altro gli errori commessi, i difetti, le mancanze. Il problema è capire dove entrambi hanno sbagliato: come hanno potuto trasformare una storia d’amore praticamente perfetta in una famiglia tragicamente distrutta? Nessuno si salva da solo sviscera tutti i risvolti di una situazione estremamente attuale attraverso la storia di due quarantenni, ricavando la fotografia amara di una generazione. Amara e straordinariamente coinvolgente, perché nessuno più di Margaret Mazzantini sa maneggiare il peso emotivo delle parole.

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MARGARET MAZZANTINI, Nessuno si salva da solo, Mondadori, Milano 2011, pp. 189, 19 euro

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