Il “Mondo piccolo” tradotto in fumetti

Un attacco di cuore ce l’ha portato via il 22 luglio 1968 ma dopo quaranta e più anni di tempo Giovannino Guareschi continua a parlare ai cuori e alle teste delle persone con il suo “Mondo piccolo”, il suo Cristo parlante e, soprattutto, con il suo Peppone e il suo Don Camillo, personaggi così diversi eppure così simili nel loro guardare sotto la superficie di quell’Italia degli anni Cinquanta ubriaca di consumismo e incattivita dalla politica. Dopo le innumerevoli traduzioni in svariati idiomi (Guareschi - piaccia o meno ai tormentati critici da salotto letterario - è lo scrittore italiano più letto al mondo) e i film con Gino Cervi e Fernandel (il più delle volte non fedeli allo spirito dei libri) arriva adesso una serie di pubblicazioni della ReNoir (www.renoircomics.it) che traduce nel linguaggio dei fumetti alcuni dei 346 racconti del “Mondo piccolo”, quella «fettaccia di terra» che sta tra Po e Appennino e ha il suo epicentro non lontano da Lodi, in quella Piacenza dove «il Po comincia» («e fa benissimo»). Su questa terra piatta disegnata, prima dell’avvento di cemento, logistiche e centri commerciali (comunque meno selvaggi, al di là del Po, rispetto allo scempio lombardo) da case basse, siepi, campi coltivati e frutteti, si snodano le nove storie raccolte nel primo volume, illustrate da Wermer Maresta, Italo Mattone, Federico Nardo ed Elena Pianta e sceneggiate da Davide Barzi, Silvia Lombardi e Alessandro Mainardi. «Siamo certi che nostro padre sarebbe felice di sfogliare questo volume» scrivono nella prefazione Carlotta e Alberto, i figli di Guareschi. Ne è certo anche chi scrive.

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