Il mistero soffocante nella colonia perduta

Con il solito stile secco, fatto di frasi ripetute e improvvisi “coup de théâtre” debitori di Scerbanenco, Carlo Lucarelli ci porta agli inizi del secolo passato in Eritrea, tra Asmara e Massaua, all’epoca dell’avventura coloniale italiana. L’atmosfera oscilla tra un caldo soffocante, dove si consumano torbide passioni, e frequenti piogge brevi tipiche dei polizieschi inglesi, che lavano via i ricordi e... pure gli indizi. Il cadavere di un faccendiere viene trovato impiccato in un fatiscente hotel e il capitano Colaprico, aiutato dal suo “Watson” Ogbà, carabiniere indigeno, dovrà dipanare l’intricata matassa. Tra donne fatali tanto seducenti quanto pericolose, furieri conniventi, misteriosi tipografi, agenti segreti in incognito e bande locali, la trama passa nelle capanne di paglia e fango, in mezzo alle dune, in un paesaggio dove gli edifici nascondono segreti e la gente si esprime a gesti. Sullo sfondo degli scandali della Banca Romana, un racconto storico che appassiona come un noir strizzando l’occhio a Conan Doyle.

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Carlo Lucarelli, Albergo Italia, Einaudi Editore, Torino 2014, pp.136, 12 euro

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