Il libro è moribondo? Darnton dimostra di no

In un’epoca ormai dominata dal digitale, da Google Book Search, da Internet, dal microchip, il libro tradizionale sta per divenire merce rara, sempre più soppiantato da queste nuove forme di diffusione della cultura e della parola scritta. Ma si sta avvicinando davvero il tempo della fine del vecchio sistema tradizionale legato all’invenzione di Gutenberg? Con questo bellissimo saggio Robert Darnton, storico del libro e direttore di uno dei più importanti sistemi bibliotecari d’America ci riserva una serie di sorprese. Dalla constatazione che i sistemi elettronici non garantiscono assolutamente di poter conservare a lungo le informazioni, che dall’invenzione del microchip si sono persi milioni di dati, e si rischiano di perderne ancora di più, e che l’unica forma sicura, o meglio relativamente sicura, per poter conservare i documenti, le tracce della nostra civiltà, sia ancora legata al sistema tradizionale. Sino ad arrivare alla conclusione che il libro potrà convivere a lungo con i nuovi sistemi e che le nuove tecnologie alla fine potranno dare luogo ad un matrimonio felice e fruttuoso per entrambi. Nelle circa trecento pagine di questo brillante saggio Darnton compie così un lungo viaggio all’interno della storia dell’universo librario, fatto di citazioni erudite, casi curiosi, particolarità, episodi curiosi, celati, nascosti tra le sabbie della storia. Un viaggio fatto di piacevoli esperienze, ma anche di verità scomode, di denunce, come quella che la pirateria editoriale è vecchia quanto la stampa a caratteri mobili e che le biblioteche di tutto il mondo ancora oggi distruggono un gran numero di volumi con la scusa della mancanza di spazio.

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ROBERT DARNTON, Il futuro del libro, Adelphi Edizioni, Milano 2011, pp. 273, 24 euro

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