Il lato cinematografico di Giacomo Leopardi

Uscito per la prima volta nel 1987, il libro di Renato Minore Leopardi. L’infanzia, le città, gli amori, non poteva trovare un momento più favorevole per tornare in libreria. Il più malinconico e pessimista dei poeti italiani è tornato alla ribalta sull’onda del bel film di Martone presentato a Venezia e tra poco nelle sale. Il libro ripercorre l’infanzia nella cornice soffocante di una famiglia dominata da una madre gelida, con poco spazio concesso ai giochi dei tre fratellini: ricordi felici che resteranno vivi e struggenti in età adulta. Sulla scorta di una ricerca puntigliosamente documentata, sono ricostruiti, non in progressione cronologica ma per “costellazioni di argomenti” (come dice Minore) gli anni romani, fonte di aspre delusioni, la cocente passione degli ultimi anni per una donna che lo umiliava con il suo rifiuto, l’amicizia con il chiacchierato Ranieri nella Napoli devastata dal colera. Le fonti (le lettere, lo Zibaldone, gli scritti del padre di Giacomo, Monaldo) vengono usate per comporre un quadro avvincente come un romanzo.

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Renato Minore, Leopardi. L’infanzia, le città, gli amori, Bompiani, Milano 2014, pp. 284, 9 euro

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