Un gioiello questa biografia sul Duca di Wellington, ovvero Sir Arthur Wellesley, che sconfisse Napoleone mettendo fine alle mire egemoniche della Francia imperiale, per cui l’autore Richard Aldington, uno dei maggiori poeti e intellettuali inglesi del Novecento, ricevette nel 1946 numerosi premi. Castelvecchi riedita questo capolavoro di scrittura dove la freddezza dei bollettini di guerra si alterna agli aneddoti, la vita pubblica a quella privata, con punte di tagliente ironia britannica memori di Thackeray. Non è solo la vera vita del “Duca di ferro” che, dopo aver guidato le truppe inglesi in India e Spagna, regolò i conti con la gloria a Waterloo prima di divenire Primo Ministro per il partito conservatore e raccogliere la nèmesi della sconfitta. Al ritratto di un uomo di potere capace di controllare le emozioni senza mai abbandonare il buon senso Aldington aggiunge i colori di un periodo storico allargando la lente alla complessità della commedia umana, passando da Cesare a Dostoevskij: i racconti così si tingono di humanitas.
Richard Aldington, Il duca di WellingtonCastelvecchi Editore, Roma 2015, pp. 382, 22 euro
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