Il bilancio di una vita fra ironia e leggerezza

Per cinquant’anni ha lavorato nel mondo dell’editoria inglese, a stretto contatto con autori del calibro di Philip Roth, Jean Rhys e Margaret Atwood. Non c’è modo migliore per imparare a scrivere con umorismo e personalità. Le letture divorate durante gli anni di lavoro sono servite all’editor Diana Athill per crearsi uno stile prezioso e a riversarlo nelle 180 pagine di memorie, aneddoti e riflessioni che compongono Da qualche parte verso la fine, ottava opera della scrittrice londinese che, giunta all’età di 93 anni, ha deciso di raccontarsi. Il filo conduttore attraverso il quale si dipanano i ricordi di una vita è la descrizione di quello che succede quando si invecchia, un breve resoconto di ciò che sta accadendo ora all’autrice. Il fisico si indebolisce, la morte diventa un pensiero più frequente, c’è la malattia, a volte la noia: tuttavia la vecchiaia viene definita come la fase più serena della vita e vale la pena impegnarsi per gustarla fino in fondo. Il tempo migliora in qualità perché può essere usato per coltivare le proprie passioni e per recuperare quelle prima trascurate. E si può essere finalmente liberi: se per la maggior parte della giovinezza l’opinione altrui è fondamentale per quello che si pensa di se stessi, durante la terza età non ha più alcuna influenza sulle proprie scelte e sui comportamenti, condizione che permette di fare e di essere, per la prima volta, semplicemente quello che si vuole.

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