Identità perdute a confronto tra realtà e immaginazione

È un racconto a forti tinte noir che unisce due culture assai diverse tra loro, quello della giovane coreana Anna Kim, trapiantata giovanissima in Germania. È la storia di due uomini, accomunati dall’esperienza del dolore e dal dover ricostruire identità perdute. Il primo è un patologo forense che per professione deve analizzare e ricostruire i resti di corpi umani per cercare di dare loro un’identità; il secondo è un giovane vedovo, che ha perso la moglie in circostanze oscure e che non è in grado di darsi pace, alla ricerca di una verità nascosta e forse anche sin troppo imbarazzante. A farli incontrare sarà proprio l’estrema eccentricità di questo romanzo, guidati dalla voce narrante fuori campo in un quadro mutevole, dove realtà e immaginazione sono sovente fatte della stessa materia.

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Anna Kim, Gli anni di ghiaccio, Zandonai Editore, Rovereto 2014, pp. 141, 12 euro

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