I ricordi di una vita su dettato del cuore

Ricordi e racconti che si intrecciano e si incastrano, senza nessuna consequenzialità cronologica, ma seguendo un ordine dettato dal cuore e dall’urgenza di chi vede avvicinarsi a lunghi passi la parola fine: il protagonista del romanzo Di latte e miele di Jean Mattern, durante i suoi ultimi giorni di vita racconta a se stesso e al figlio gli episodi piccoli o grandi che hanno segnato la sua lunga e difficile esistenza. Sono ricordi che riemergono dall’infanzia, trascorsa nel Banato e sfigurata dalla Seconda guerra mondiale, ma al contempo rischiarata da una irrefrenabile voglia di vivere e di condividere l’avventura della crescita con Stefan, l’amico del cuore. Sono racconti di un matrimonio e di una vita famigliare trascorsa nella più totale felicità fino all’arrivo dell’evento più tragico, capace di spazzare via le piccole gioie del quotidiano e di distruggere il sogno di una vita fatta “di latte e miele”. A riunire i frammenti c’è un rimpianto, quello di aver abbandonato Stefan perdendo per sempre il gusto vero dell’amicizia; e una morale, che ribalta le consuetudini: se è il coraggio la condizione necessaria per compiere grandi imprese, questo può tradursi talvolta nella trasgressione delle norme, nella menzogna, nella scelta sbagliata. Incapace di restarsene sullo sfondo, la grande Storia si impone con prepotenza, attraverso le parole liriche e delicate di un autore che, per mezzo della sue vicende famigliari, è in grado di rievocarla con assoluta precisione, attraverso dettagli nitidi e dati rigorosi.

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JEAN MATTERN, Di latte e miele, Einaudi editore, Torino 2012, pp. 99, 13 euro

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